Festa a Kibingo

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Ieri siamo partiti da Kibuye per Kibingo, un viaggio di 50 minuti lungo una strada asfaltata in perfetto stato, ma tortuosa e in salita e discesa. La prima parte costeggia il lago Kivu e si poteva notare un allevamento di pesce.
Arrivati sul posto, siamo saliti sulla collina per una strada appena sterrata facendo un’altro chilometro e mezzo per raggiungere la parrocchia in cima. Le parrocchie (24 nella diocesi) sono, contrariamente a quanto noi siamo abituati, grandi realtà pastorali. La più vecchia, quella di Nyundo, risale al 1901, fondata ancora dai tedeschi che avevano fatto tre parrocchie nel paese: una ad est, una al nord (Nyundo, appunto) e una al sud del paese, quasi a voler “includere” il territorio. Una parrocchia occupa un ampio territorio ed è formata da diverse “centrali”, a loro volta formati da comunità ecclesiali di base che sono guidate da catechisti. Solo se una comunità è abbastanza forte, organizzata e solida, si può valutare di farne una parrocchia. Nelle parrocchie ci sono diversi sacerdoti che vivono insieme e distribuiscono il lavoro pastorale sul territorio. La parrocchia di Kibingo conta circa 3000 credenti (persone che frequentano effettivamente la parrocchia), ma ho incontrato un sacerdote che vive in una parrocchia di 26.000 fedeli. Le eucaristie dominicali sono stracolmi, ma anche nei giorni feriali la gente viene a messa (venerdì mattina alle 6.15 la cattedrale era piena).
Tutto era pronto per la festa. C’era già tantissima gente seduta sui banchi di fronte alla grande tettoia con l’altare. Ai lati c’erano dei grandi gazebi, da una parte per gli ospiti (parenti, gente del villaggio di provenienze e da dove il diacono ha svolto il suo stage, autorità,…) e dall’altra per il coro.

Il gazebo con gli ospiti

Dietro l’altare sotto la copertura c’era posto per i tanti sacerdoti. Il tempo era clemente, le nuvole stemperavano i raggi del sole.
Al suo arrivo il vescovo è stato accolta dai tanti sacerdoti.

L’arrivo del vescovo nella parrocchia di Kibingo

I bambini erano già pronti per la processione, vestiti di giallo e di blu. C’era un servizio d’ordine che si chiamava “protocollo”. Un uomo mi ha accompagnato sotto la tenda degli ospiti da dove potevo seguire molto bene la cerimonia. La celebrazione è iniziata poco dopo le 10 con la processione d’ingresso.

Durante la celebrazione il vescovo ha ordinato un diacono e un sacerdote. Il neo-sacerdote è originario della parrocchia di Kibingo, del villaggio di Pumba. Questa era la prima di 10 ordinazioni sacerdotali in diocesi quest’estate. Il 15 maggio tutti i neo-sacerdoti, insieme ai giovani e ai fedeli della parrocchia (24.000 persone) faranno un pellegrinaggio al santuario diocesano di Nostra Signora dei Poveri.
La parrocchia di Kibingo ha avuto tra i suoi figli diversi sacerdoti, tra cui anche don Jean-Marie, il segretario e cerimoniere del vescovo.

La cerimonia si è svolta secondo il rituale con l’ordinazione sacerdotale dopo la proclamazione del vangelo: la presentazione del candidato con l’intervento del Rettore del seminario, l’omelia del vescovo, l’impegno del candidato eletto, la litania dei santi mentre il candidato è prostrato, l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione, la vestizione, l’unzione, la consegna del pane e del vino e l’abbraccio. 

I due candidati, al diaconato e al sacerdozio

Durante la litania dei santi

L’imposizione delle mani da parte dei confratelli sacerdoti

Il vescovo in ginocchio davanti al neo-ordinato

Dopo la cerimonia, i sacerdoti sono sono recati in processione nella chiesa per togliersi gli abiti liturgici. La gente è rimasta seduta in attesa della festa che seguiva, con interventi e auguri intervallati con balli. Se ho capito bene era il presidente del Consiglio pastorale a presentare. Gli interventi erano molto allegri e gioiosi e spesso la gente si è messa a ridere. 

Il presentatore molto spiritoso

Gli interventi erano intervallati dai balli

L’intevento di una signora che ha fatto molto ridere l’assemblea

Il ballo degli adulti

Anche il padre del neo-sacerdote, benché non abbia mai parlato in pubblico, ha fatto ridere i presenti

Dopo la festa ci siamo recati in una grande sala della parrocchia dove era stata allestita un buffet per tutti. Davanti sul palco c’era il tavolo dei VIP e la gente stava sia in sala che fuori. 

E poi, per concludere, non devo dimenticare una fotografa speciale…