La strada verso Nyundo

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Stamattina siamo stati a casa. Chiara non ha potuto cucinare come voleva, perché i negozi erano chiusi per la festa della liberazione. Il primo luglio era la festa dell’indipendenza per commemorare la fine dell’epoca coloniale sotto il Belgio nel 1962. Oggi era la festa della liberazione per commemorare la fine del genocidio 25 anni fa, che durò 100 giorni e vide un milione di morti e centinaia di migliaia di profughi. Un film che evoca questi giorni terribili è Hotel Ruanda che racconta come il gestore dell’albergo Mille Collines ha salvato molti ruandesi dal massacro.

L’Hotel Mille Collines a Kigali, dove si svolge la storia vera del film Hotel Ruanda

Nel primo pomeriggio mi accompagnano alla stazione degli autobus che è molto affollato. Fuori aspettano i taxi-moto per reclutare clienti tra i passeggeri, dentro c’è un enorme parcheggio con pulmini, tutti della stessa marca (Toyota), dello stesso tipo e dello stesso colore (bianco). Cambiano, però, le società di trasporto: Virunga Express, Yahoo, Alpha, Omega Car, Virgin,… Ogni società ha la concessione per determinate tratte nel nord, nel sud o nell’est del paese. Lungo il perimetro del piazzale si trovano le varie agenzie dove comprare il biglietto. Per Nyundo ho pagato 3.260 Fr (3.26 €) per circa quattro ore di viaggio. Il pulmino si è riempito completamente. Siamo partici con qualche minuto di ritardo e dopo neanche 10 minuti il pulmino si è fermato e non ne ha voluto sapere più nulla di ripartire. Dopo una decina di minuti si è presentato un pulmino di sostituzione e abbiamo ripreso il viaggio senza ulteriori inconvenienti.

I Taxi-moto in attesa di clienti tra i viaggiatori, fuori della stazione degli autobus

La stazione degli autobus con i pulmini che partono per i quattro angoli del paese

Le insegne delle varie società sopra la loro agenzia, che indicano le varie destinazioni

Pronti per la partenza

La strada tra Kigali e Ruhengeri si sviluppa sui crinali delle colline o nelle vallate. Dal punto di vista naturale e geologico questo tragitto è caratterizzato da alture e vallate profonde. Lungo la strada ci sono sempre persone in cammino, a piedi, in bicicletta o su motorini. Non ci sono molte macchine in giro, prevalgono le biciclette e i pedoni. Ogni tanto dobbiamo sorpassare un camion che si arrampica come una lumaca sulle salite o che frena sul motore nelle discese.

Lungo il tragitto i vari trasporti: taxi-moto, taxi-velo e vecchi camion

Con le biciclette si trasportano molte merci, per chi non si può permettere di meglio

Alle fermate dei pulmini stazionano le taxi-velo e le taxi-moto in attesa di clienti

Nelle salite le biciclette si attaccano dietro un camion per farsi tirare in alto

Nelle vallate si scorgono dei ruscelli, il terreno è parcellizzato e gli appezzamenti sono coltivati a mano con cura e precisione. Anche in altri settori economici, come le costruzioni, la gente lavora a mano perché (im)portare dei macchinari in Ruanda ha un costo proibitivo. Ogni tanto nei pressi di un villaggio si vede un campo di calcio elementare dove stanno giocando con almeno quattro squadre. Le case lungo il bordo della strada hanno tutte lo stesso stile.

La terra nelle vallate e sui pendii delle colline/montagne è coltivata a mano con tanta cura.

Avevo sentito il Vescovo di Nyundo qualche settimana fa sul suo numero italiano ed ero andato a trovarlo a Roma dove era di passaggio, ma non avevo il suo numero ruandese. Inoltre, il mio abbonamento ruandese ad Internet 4G (27€ illimitato per 30 giorni) è appunto per Internet, ma non per la telefonia. Meno male che Chiara ha contattato il vescovo, mi ha dato il suo numero ruandese e dopo qualche tentativo e chiarimento (bisogna aggiungere il codice nazionale +250 prima del numero di cellulare) ci siamo sentiti via WhatApp quando ormai stavo a Ruhengeri. Mancavano un’ora e mezzo e nel frattempo si era fatto buio (qui fa buio verso le 18.00 in ogni momento dell’anno). Anche dopo che il sole è calato, la gente continua a camminare lungo le strade, frequentare negozi e bar,…

Arrivato a Nyundo e visto che era buio, il Vescovo mi è venuto a prendere con la sua macchina, anche se l’episcopio era solo qualche centinaio di metri distante dalla fermata.

Il suo segretario mi ha fatto vedere la mia stanza, mi sono rinfrescato, ma l’acqua mancava… e poi siamo scesi dalle suore per la cena.

Nel complesso diocesano dell’episcopio abitano 9 sacerdoti (vicario, canonico della cattedrale, economo diocesano e economo della casa, responsabile per la caritas,…) e quattro suore della congregazione “Figlie della Risurrezione” che si prendono cura della casa.

Il vescovo mi ha presentato a tutti gli abitanti della casa, poi abbiamo mangiato delle pannocchie di mais riscaldate di produzione propria, molto buone. Loro ci bevevano anche un bicchiere di vino o di birra insieme. A tavola c’era abbondanza di cibi a scelta: patate fritte, banane fritte, coniglio, riso, cipollata,… Alla fine frutta: frutta della passione, mango, arance,… C’era un’atmosfera molto allegra, distesa. Facevano uno sforzo a parlare il francese per farmi capire. Il vescovo parla anche benissimo italiano.

Domattina vado alla messa in cattedrale alle 6.15. Verso le 10.30 partiamo per Kibuye dall’altra parte della diocesi vicino al lago Kivu, dove il vescovo ha un incontro alle 15.00 (un Consiglio di Amministrazione di cui è Presidente). Pernottiamo lì e l’indomani, sabato, andiamo a Kibingo per uno dei 10 ordinazioni sacerdotali di quest’anno. In serata torneremo a Nyundo dove domenica incontrerò anche Jean-Baptiste.

In questi pochi giorni ho già raccolto tantissime informazioni, conoscenze e impressioni di questo bellissimo paese che andrebbe pubblicizzato. Gli abitanti, dopo il genocidio e sotto la guida dell’attuale Presidente, sono dinamici, anche se poveri. Il paese è molto pulito, l’ambiente molto curato. Nei prossimi giorni avrò modo di conoscere e vivere la vita ecclesiale. Sono grato per questa bella occasione!

Questo articolo ha 3 commenti

  1. Franca

    Ciao Solange!

  2. Bruno

    Carissima Solange, un forte abbraccio da questo splendido paese! Un caro saluto a Kossi e a tutta la famiglia!

  3. Solange Degenhardt

    Ma che bel diario di viaggio Bruno!!! Leggo, guardo le immagini e sento la nostalgia che cresce :-). Siamo stati in Togo l’estate scorsa, ma sembra un ricordo ormai lontanissimo. Le tue immagini mi riportano “a casa”. Buon viaggio e tanti saluti anche da Kossi 🙂

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