Tornato a Gisenyi abbiamo fatto ancora un giorno e mezzo di corso su WordPress e i servizi di Google. Pubblico qualche foto dell’albergo dove si svolgeva il corso. Purtroppo risentono molto dell’allarme Ebola nella vicina Goma: non c’erano quasi più turisti. A Kibuye, invece, ieri era tutto esaurito.

Giardinetto vicono alla terrazza del Kivu Peace View Hotel con vista sul lago Kivu. Sullo sfonto la montagna da dove durante la prima guerra mondiale i Tedeschi tenevano sotto scacco la città di Goma. Poi sono stati circondati e sconfitti dai Belgi.
-
-
-
-
-
-
-
Motivi geometrici sulle colonne dell’albergo


Il corso è finito con un pranzo insieme in albergo. Una bella bistecca tenera tenera mi ha proprio gustato. Con le immancabili patatine fritte. Poi mi hanno accompagnato in città per incontrarmi con Jean Baptiste presso un’altra struttura della diocesi, le Centre d’Accueil Saint François-Xavier. Jean Baptiste si era incontrato con un sacerdote di Goma che l’ha aiutato moltissimo quando è scampato al Genocidio. Dopo i saluti ci siamo recati ad un centro culturale dei giovani, lì vicino, costruito da un sacerdote della diocesi, un certo Medard, che per anni ha lavorato nella curia romana e che al suo pensionamento ha voluto costruire questo centro in mezzo al verde: cappella, sala di riunioni (con palco per teatro, ma la domenica ci si celebra anche la messa perché mancano gli spazi nelle parrocchie) e biblioteca con piccolo Internet Caffé (purtroppo i computer che erano stati portati da una nostra carissima amica comune dal Belgio, sono stati rubati l’anno scorso e ora ce ne sono solo 7). Nel giardino un gruppo di giovani stava facendo delle prove di canto con delle voci splendidi.

Il giardino interno del Centre d’Accueil Saint François-Xavier

La cappella del Centre d’Accueil Saint François-Xavier

La cappella del Centro Culturale per i giovani
In seguito siamo andati a Kigufi, a pochi chilometri da Gisenyi, passando oltre i famoso birrificio “Brasserie et Limonaderie du Rwanda” e vicino alle acque termali dov’ero stato qualche settimana prima con Chiara e Valentin. Le suore benedettine ci hanno una casa di accoglienza. L’hanno ereditato da un colono quando ha lasciato il paese. Insieme all’altra casa colono lì vicino, dove abita il vescovo emerito Alexis, erano le uniche abitazioni in riva al lago. Ci abitavano solo i bianchi perché la popolazione del luogo aveva paura visto che c’erano gli spiriti. La credenza era dovuta ad alcune disgrazie che erano successe in quelle zone: una mamma che lavorava la terra e aveva poggiato il bambino per terra, l’avevo ritrovato senza vita, ma non riscontrando segno alcuno di ferita o altro che potrebbe spiegare il decesso. Un uomo che era stanco dal lavoro si era coricato per dormire e non se era più svegliato. Dopo che i bianchi hanno cominciato a vivere in quella zona, la paura è diminuita. Oggi l’accaduto si spiega con un probabile avvelenamento per le esalazioni vulcaniche, visto la presenza anche delle acque termali.
Jean Baptiste era ospite delle suore quando è iniziato il Genocidio e per miracolo è riuscito a salvarsi, nascondendosi nella soffitta e poi scappando dopo un paio di settimane in piroga verso Goma.

La casa di accoglienza della suore benedettine dove Jean Baptiste era al momento che è iniziato il Genocidio
-
Jean Baptiste mi mostra un albero le cui radici crescono dall’alto verso il basso -
Una pace e il rumore della onde che invitano alla meditazione e al silenzio interiore
-
-
Il tramonto da Mons. Alexis
Durante la nostra visita alle suore Benedettine Jean Baptiste ha incontrato un suo ex-alunno del seminario minore, Dominique, che l’aveva cercato per anni. Ora è ingegnere, abita nella capitale e lavora per una ditta che costruisce le strade in Ruanda. Era in vacanza con moglie e tre figli dai 6 agli 11 anni. Ci siamo messi nel giardino e hanno raccontato le storie degli anni al seminario minore con risate e bei ricordi. Quando stavamo per partire, ci ha chiesto quando lasciavamo Nyundo e, saputo che l’indomani saremmo andati a Kigali, ci ha offerto un passaggio.

Domenica mattina Jean Baptiste ha celebrato la messa delle 7.00 in cattedrale. Ha fatto un bella predica, tanto che la chiesa, stracolma di gente (come ogni domenica), ha applaudito.
Quando stavamo per partire con Dominique, abbiamo visto una macchina che aveva rotto il muretto davanti alla cattedrale ed era andata a finire verticalmente con il muso per terra. L’autista, neopatentato che usciva per la seconda volta con una Toyota Rav4, cambio automatico, aveva scambiato la marcia indietro con quella in avanti con le conseguenze che si vedono sulle foto. L’autista era illeso. Non abbiamo aspettato i lavori di recupero…